Chi sono i tuoi maestri?
I miei maestri? I bambini, da loro ho imparato tutto.
La prima volta che ho sentito parlare di puericultrice ho pensato: “ma voi siete matti”. Pensavo si trattasse di una figura inutile, in fondo che ci vuole mai a impostare i ritmi di un neonato? E ora, al secondo figlio che ha da poco fatto nove mesi, posso dire con certezza che mi sbagliavo. Impostare i ritmi di un neonato è un casino. Una delle imprese più difficili che ci siano. Considerando poi che lo facciamo dopo aver partorito. Quindi con l’umore vagamente instabile e sentendoci come se il nostro corpo avesse subito un esproprio, il tutto si complica ancora di più. Certo poi si dimentica o comunque non ci pensiamo più. Ma i primi mesi sono duri. E spesso li affrontiamo da sole. Perché c’è molta paura di chiedere aiuto. Perché non ci si tramanda più di donna in donna tutto il sapere in fatto di post parto e neonato come ai tempi delle nostre nonne. Prima la comunità femminile si stringeva intorno alla neomamma per rivelarle ogni segreto acquisito con fatica. Oggi no. In ospedale mi ricordo che sono venute a trovarmi donne in forma smagliante e guardandomi, sfinita dalla stanchezza e sentendomi un pallone con la sensazione che non sarei mai più tornata come prima, mi hanno detto “certo guarda stai un fiore, il parto naturale è una vera passeggiata.” Ovviamente loro avevano già dimenticato, ormai con bambini di tre anni e ovviamente hanno fatto cesareo. Una volta una mia amica mi ha detto che forse le donne fanno così perché non vogliono ricordare il loro parto, quei primi mesi a casa. Fingono con la nuova neomamma perché fingono con loro stesse. Può darsi, ma secondo me dobbiamo smettere. Dobbiamo raccontarci la verità. Gioie e dolori. Paura e sconforto, perché così faremo sentire capite la mamma accanto noi. Continua a leggere “Puericultrice. Tra mito e realtà.”